Il potere d’acquisto torna, finalmente, a crescere sull’anno: ma, come conferma il calo congiunturale sul trimestre precedente, il percorso di recupero si conferma, purtroppo, più lento delle nostre attese iniziali.
Pesa l’onda lunga dell’inflazione, il cui rientro sta impiegando più tempo di quanto auspicato, ma si inizia a sentire anche l’effetto del fiscal drag.
Così Confesercenti commenta i dati Istat su redditi e potere d’acquisto delle famiglie.
Negli ultimi tre mesi dell’anno il gettito dell’Irpef è aumentato del 10,2%, sostanzialmente il doppio rispetto all’aumento dei redditi da lavoro dipendente (+4,5%) e dei redditi da lavoro autonomo (+5,4%).
Il fiscal drag inizia dunque a mordere, e a spingere in direzione opposta al taglio delle aliquote appena entrato in vigore. Confermata invece l’efficacia del taglio del cuneo fiscale, che sta riducendo sostanzialmente i contributi pagati dai lavoratori dipendenti (-2,2%). Purtroppo, però, il beneficio non riguarda gli autonomi, i cui contributi sono anzi aumentati del 7,3%, ossia due punti in più rispetto all’aumento dei relativi redditi.
C’è bisogno, dunque, di pensare ad una possibile correzione di rotta: sul lato della riforma fiscale, con un’ulteriore rimodulazione delle aliquote Irpef; e sul fronte dei contributi, confermando – come da auspicio della stessa Presidente del Consiglio – il taglio del cuneo ed estendendo gli sgravi anche alle fasce più deboli del lavoro autonomo.
L’articolo Istat: Confesercenti, recupero potere d’acquisto più lento delle attese. Inizia a pesare il fiscal drag proviene da Confesercenti Nazionale.
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