Cedolare secca, Barbieri: «Reintrodurla aiuterebbe a recuperare i tanti locali sfitti delle nostre città»

L’introduzione di una cedolare secca sulle locazioni commerciali sarebbe un intervento di grande utilità per le imprese. Così Confesercenti commenta la proposta del viceministro all’economia Maurizio Leo di allineare il meccanismo di tassazione su unità immobiliari e immobili commerciali.

Il provvedimento è stato cancellato a fine 2019, creando ulteriori difficoltà soprattutto ai piccoli negozi. Reintrodurre la cedolare secca – misura che Confesercenti aveva chiesto e ottenuto e che adesso è stata inserita tra le proposte presentate al Governo Meloni – vuol dire provare ad arginare il caro-affitti che, in molte città, mette in seria difficoltà le imprese del commercio.

L’obiettivo deve essere il miglioramento della norma precedente, costruita soprattutto per i proprietari dei locali, subordinando l’accesso alla cedolare secca alla concessione di un canone concordato al locatario.

«La reintroduzione della cedolare secca risponderebbe anche alla necessità di recuperare e reimmettere sul mercato i tanti negozi sfitti delle nostre città, Genova compresa, e a migliorare i rapporti contrattuali dei canoni di locazione in un contesto economico non facile, visti i margini sempre più ridotti a causa dell’incremento dei prezzi delle materie prime, dei prodotti e dell’energia – commenta il direttore di Confesercenti Genova, Paolo Barbieri -. Un negozio in attività genera sicuramente più gettito di uno sfitto, per cui la misura sarebbe positiva anche per il fisco, per non parlare dei benefici in termini sociali e di sicurezza che la presenza di un’attività di prossimità comporta».

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