Fa discutere il nuovo codice di condotta per bar e ristoranti, previsto dal decreto Sicurezza pubblicato in Gazzetta ufficiale dal ministro dell’interno Matteo Piantedosi, che prevede, per i locali interessati ad adottarlo, una serie di adempimenti particolarmente stringenti e a carico dell’attività stessa: i pubblici esercizi sono infatti chiamati a dotarsi di servizi di videosorveglianza, garantire adeguata illuminazione delle aree in cui l’attività economica viene esercitata, assicurare l’identificazione dei minori, segnalare ogni circostanza che possa determinare turbative o riflessi negativi per l’ordine e la sicurezza pubblica e individuare un referente della sicurezza per il locale.
«Esprimiamo forte preoccupazione per il continuo scarico di responsabilità sugli esercenti, una tendenza che sta assumendo proporzioni sempre più gravi e inaccettabili – rimarca Massimiliano Spigno, presidente di Confesercenti Genova -. Il presidente nazionale di Fiepet Confesercenti, Giancarlo Banchieri, ha già evidenziato come le nuove disposizioni normative, unite a interpretazioni giurisprudenziali sempre più stringenti, stiano mettendo a dura prova il comparto della ristorazione e del commercio. Le ultime sentenze in materia confermano una deriva che attribuisce agli operatori del settore oneri e responsabilità che esulano dalle loro competenze, aumentando la pressione su un comparto già duramente colpito dalle difficoltà economiche e normative».
«Anziché interventi su scala nazionale – prosegue Spigno – riteniamo che la migliore soluzione passi per una concertazione con i singoli Comuni sui provvedimenti più efficaci da adottare a seconda del contesto. Da questo punto di vista Confesercenti Genova ribadisce dunque la propria disponibilità a contribuire in maniera costruttiva in termini di proposte progettuali e piena collaborazione nella gestione delle situazioni critiche. Allo stesso tempo auspichiamo una programmazione più attenta da parte dell’amministrazione e investimenti concreti per rendere la città più attrattiva e vivibile, garantendo la convivenza tra le diverse realtà urbane. Riteniamo infatti che soltanto attraverso un dialogo costruttivo e propositivo con le istituzioni, si possa giungere a soluzioni equilibrate e condivise che non penalizzino ingiustamente gli esercenti ma, anzi, li valorizzino come attori essenziali per la crescita e il benessere della comunità».