Gli obiettivi dichiarati di non aumentare le imposte per imprese e famiglie, di confermare il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti, di mantenere la nuova struttura a tre aliquote dell’Irpef e gli interventi volti ad aumentare le risorse disponibili per le famiglie, rendendo strutturali alcune misure già messe in campo, sono tutti da condividere. Ma non va sottovalutato il rischio che, alla fine, incidano maggiormente gli interventi restrittivi rispetto a quelli espansivi, e in questo scenario, pesa su tutto il dato previsionale sui consumi delle famiglie contenuto nel Documento programmatico di bilancio 2025: all’1,4% dallo 0,2% di quest’anno, un risultato molto difficile da raggiungere.
Così Confesercenti commenta le misure inserite nella manovra approvata dal Consiglio dei ministri.
La legge di bilancio 2024 si inserisce purtroppo, dunque, in uno scenario debole per i consumi delle famiglie che segnaliamo da tempo, a sua volta conseguenza della forte perdita di potere d’acquisto subita nel biennio 2022-23. Permangono dubbi sulle prospettive di crescita, e alcune misure come la revisione delle tax expenditures, che incide negativamente sui redditi, potrebbe avere un effetto indotto di ulteriore rallentamento dei consumi. Sembra ipotizzato, inoltre, un taglio di risorse considerevole agli enti territoriali, che sarebbe non condivisibile; mentre il contributo a carico di banche e assicurazioni è un’anticipazione di imposte, che quindi verrebbero a mancare come gettito negli anni successivi.
Per una manovra di maggior respiro e per dare maggiori certezze a famiglie ed imprese, ribadiamo perciò la necessità di intervenire sulla detassazione degli incrementi salariali derivanti dai rinnovi contrattuali, oltreché a mettere in campo misure per il radicamento del commercio di prossimità.
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