Prosegue, come previsto, il processo di rientro dell’inflazione ma ad un ritmo ancora lento. Mentre risale leggermente l’inflazione acquisita, al 5,7%, che secondo nostre stime dovrebbe essere il dato di chiusura dell’anno. Abbiamo, perciò, ancora di fronte almeno due anni per tornare al “livello di guardia” del 2-2,5%. Uno scenario di incertezza che continuerà ad incidere negativamente su redditi e potere d’acquisto delle famiglie.
Così Confesercenti, in una nota, commenta i dati Istat sui prezzi al consumo di agosto.
D’altra parte, lo shock sul fronte energetico del 2022 ha avuto dimensioni tali per cui sarebbe illusorio immaginare un suo completo riassorbimento nell’arco di un solo anno solare. Il rallentamento della corsa dei prezzi continua, in gran parte, ad essere spiegato dai beni energetici: gli interventi di sostegno pubblico che avevano contribuito a contenerne l’aumento nel periodo di massima accelerazione, ne rallentano la discesa ora che sono stati depotenziati.
E prosegue l’erosione del potere d’acquisto delle famiglie: continuerà a ridursi, anche se in misura minore rispetto allo scorso anno, e questo comporterà una forte frenata dei consumi – secondo nostre valutazioni dello 0,5% rispetto al 4,6% dello scorso anno -. I dati relativamente positivi dell’occupazione (+362mila unità rispetto a luglio 2022), non bastano quindi a sostenere i redditi e la spesa delle famiglie che devono continuare a far fronte ad una dinamica ancora sostenuta dei prezzi.
Per questo, con la prossima manovra finanziaria, il Governo dovrà mettere al centro famiglie ed imprese, con interventi mirati a contenere l’erosione del potere d’acquisto e sostenere la domanda interna, la cui ripresa è fondamentale per evitare scenari di stagnazione prolungati.
L’articolo Inflazione: Confesercenti, cala ma pesa ancora su potere acquisto e consumi. Famiglie ed imprese siano al centro della manovra economica proviene da Confesercenti Nazionale.
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