Tavolo della Moda, anche i negozi genovesi rappresentati al vertice col ministro Urso

La genovese Francesca Recine, presidente regionale e vicepresidente nazionale di Fismo Confesercenti, ha partecipato al Tavolo della Moda convocato il 23 gennaio, a Roma, dal ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. «La moda costituisce, per l’Italia, un settore di grande importanza e complessità – commenta Recine –: dalla filiera della produzione alle maestranze, fino all’unicità dei negozi al dettaglio, rappresenta indubbiamente un’eccellenza da valorizzare, incentivare, proteggere e sburocratizzare. Ogni negozio aperto in più significa sicurezza, cultura, posti di lavoro; vuol dire impresa, città più belle e turismo. Per questo tutti i partecipanti al Tavolo, pur nella loro diversità, sono stati concordi nel considerare la moda un bene culturale del nostro paese e non è un caso che ai lavori abbia partecipato anche la sottosegretaria alla cultura Lucia Bergonzoni».

La delegazione Fismo che, oltre a Recine, comprendeva il presidente nazionale Beniamino Campobasso e la coordinatrice Pina Parnofiello, ha posto l’accento in particolare sulla necessità di pretendere il rispetto delle regole, anche fiscali, da parte delle grandi piattaforme on line. «Non è una battaglia contro il commercio in rete – ha sottolineato Campobasso – ma contro chi vende fuori delle regole di mercato. Anzi noi chiediamo la promozione e l’agevolazione fiscale per la digitalizzazione dei punti vendita, ben capendo che la clientela sarà sempre più orientata verso l’acquisto online e che il rafforzamento della presenza digitale consente al negozio fisico una costante interazione con il cliente».

Infine, i rappresentanti Fismo hanno chiesto di regolamentare la giungla delle promozioni importate da altri paesi, come il Black Friday, il Cyber Monday e i Boxing Days, che danneggiano profondamente le vendite di fine stagione. Tra le altre istanze che la Federazione moda Confesercenti ha portato all’attenzione del Ministero ci sono il sostegno allo sviluppo di una certificazione per i prodotti italiani, che rispettino criteri di sicurezza e sostenibilità, un diverso calendario per i saldi, che devono tornare ad essere vendite di fine stagione, la riduzione delle commissioni interbancarie applicate all’uso della moneta virtuale e la detassazione delle rimanenze di magazzino.

Da parte sua, il ministro Urso ha preannunciato l’adozione di incentivi per sostenere l’export puntando a politiche industriali in risposta alle nuove sfide cinesi e americane e la riforma del settore della formazione professionale, eccellenza della filiera italiana, con riforma degli ITS e la creazione del liceo del Made in Italy: «L’industria italiana della moda è l’emblema del Made in Italy nel mondo e rappresenta un comparto produttivo di enorme importanza per l’economia del nostro paese, che trova la sua esaltazione nella nuova denominazione del Ministero, a significare una nuova e più significativa mission», ha affermato il ministro Urso nel suo intervento.

Marco Gaviglio

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